venerdì 7 agosto 2015

PILONE CENTRALE DEL FRENEY: VIA CLASSICA (BONINGTON)

A volte accompagnare un amico a realizzare il proprio sogno vale più di una qualsiasi altra salita, pur estrema che essa sia. Per Rudi il Pilone era una chimera ormai da tempo e dopo diverse salite fatte insieme e allenamenti vari si sentiva ormai pronto per affrontare quella che forse, oltre al mito che la avvolge, è una delle salite (tra le "classiche" ovviamente) più impegnative delle alpi. Io l'itinerario lo conosco già per averlo salito un paio di anni fa, ma gestire la salita accompagnando Rudi ne fa anche per me una sfida di un certo impegno.
Dopo un tentativo andato male a causa di una recente nevicata che aveva reso l'itinerario inagibile, le condizioni ritornano finalmente favorevoli ad inizio agosto e così dopo aver lasciato il lavoro nel tardo pomeriggio saliamo al rifugio Monzino. L'indomani notte partiamo alla volta del Pilone con l'intenzione di bypassare i bivacchi Eccles e di bivaccare sulla via in modo da avere la sicurezza di poter uscire in cima al Bianco l'indomani. Arriviamo agli Eccles alle prime luci dell'alba e troviamo due spagnoli di Alicante ancora nelle brande: dicono di aver cercato di raggiungere il Pilone durante la notte ma dopo aver sbagliato itinerario sono tornati indietro per poi passare la giornata a riposare per riprovare il giorno dopo...contenti loro! Non facciamo in tempo a salutarli che stanno già dormendo e noi continuiamo la nostra salita. Arrivati al colle Eccles il sole stà già scaldando il bacino del Freney: scendiamo con le doppie e ci fermiamo a fare una pausa in una nicchia sicura prima di attraversare alla volta del Pilone. Con il caldo di questo periodo il rischio di scariche in questo tratto è molto alto, così attraversiamo cercando di stare il più alti possibile e vicini alle rocce in modo da essere riparati e da esporci solo attraversando i vari canali che scendono dal versante soprastante. Così facendo la traversata diventa lunga e laboriosa ma almeno arriviamo all'attacco tutti interi! Saliamo i primi 4-5 tiri facili e troviamo una nicchia ideale per un bivacco al riparo dal vento e decidiamo di fermarci qui. Riusciamo a far fondere neve, a bere e mangiare come si deve: anche se Rudi non ha un gran appetito mi incarico io di alleggerire il nostro peso consumando una lauta cena! Arriva la notte e riusciamo a prendere sonno quando verso mezzanotte una pioggerella poco piacevole ci risveglia e siamo costretti a rannicchiarci nei nostri sacchi a pelo per evitare di lavarci: ma le previsioni non davano bel tempo??? Comincio a pensare all'indomani e al fatto che se il pilone sarà fradicio o magari verglassato ci toccherà scendere (prospettiva comunque poco allettante). Fortunatamente nel giro di un paio d'ore smette di piovere e l'indomani ci risvegliamo col cielo sereno (come da previsioni) e la roccia asciutta. Dopo una veloce colazione ripartiamo sulla bella linea della classica Bonnington. I tiri si susseguono uno più bello dell'altro: peccato scalare con lo zaino pesante perchè l'arrampicata qui è davvero su granito spaziale e meriterebbe di essere gustata appieno. Intanto dietro di noi arriva una cordata molto veloce di due sloveni che ci superano appena prima della Chandelle (ci dicono essere partiti insieme agli spagnoli dagli Eccles ma di quest'ultimi non vediamo traccia, probabilmente hanno desistito e sono tornati indietro definitivamente).
Arrivati alla Chandelle superiamo i 3 tiri duri recuperando i sacchi in stile "big-wall" e con un ultimo sforzo arriviamo finalmente in cima al pilone!! Sull'ultimo tiro passiamo il saccone rosso del Butch tristemente abbandonato a pochi metri dalla cima: è troppo pesante per pensare di portarlo con noi in cima al Bianco (è ormai abbastanza tardi, siamo comunque stanchi e siamo già carichi del nostro materiale usato sia per la salta che per il bivacco)...Nel luogo in cui si trova attualmente è probabilmente più facilmente accessibile scendendo dall'alto (dalla cima del Monte Bianco scendendo lungo l'arrete del Brouillard e poi con una doppia dalla cima della Chandelle lo si può facilmente recuperare). 
Arriviamo in cima al Bianco che sono ormai le 8 di sera e il tramonto infuoca l'arrete des Bosses e l'arrete del Brouillard: Rudi è stanco ma l'emozione è fortissima per avercela finalmente fatta senza mai mollare nonostante la fatica e i crampi! Ci abbracciamo, facciamo qualche foto e poi via, in cammino verso casa! In un paio d'ore ridiscendiamo al rifugio del Gouter dove troviamo aperto solo il locale invernale (quando abbiamo lasciato il Monziono la normale Francese era ancora aperta, scopriremo in seguito, davanti ad una birra a Chamonix, che nel frattempo l'accesso dal Gouter era stato chiuso di nuovo a causa delle alte temperature). Poche ore di sonno bastano per darci la forza di scendere alla funivia e rientrare a Chamonix dove Domi è venuta a prenderci e dove possiamo finalmente gustaci una buona Leffe e festeggiare!

Verso i bivacchi Eccles

La Noir all'alba

Attraversando verso il Pilone sopra il bacino del Freney

Bivacco!
Roccia super a più di 4.000mt!

Si scala con un po' di peso sulle spalle...

Ambiente 5 stelle

Al cospetto della Chandelle

Il famoso diedro strapiombante della Chandelle

In cima alla Chandelle

Mont Blanc summit!!

Arrete des Bosses al tramonto

Incontro con un VIP a Chamonix...

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