giovedì 20 agosto 2015

Biancograt al Pizzo Bernina + Attraversata dei Palù

La Biancograt era da tempo uno dei "pallini" del mitico Gigi e finalmente riusciamo a far combinare meteo, condizioni e disponibilità di entrambi per poterci lanciare su questa bellissima salita classica.  Oltre a Gigi anche Guada ci segue senza fare una piega : fino a un paio di anni fa sarebbe stato impensabile vederla su un itinerario di questo tipo ed è davvero bello vedere come si sia appassionata alla montagna e abbia superato le paure iniziali per potersi permettere di percorrere in "scioltezza" salite come questa.
La Biancograt è senz'altro di una tra le più belle creste delle Alpi e offre dei panorami mozzafiato alternando divertenti passaggi su roccette a esposti tratti su creste nevose affilate.
Partiamo quindi da Pontresina in un bel pomeriggio di agosto alla volta della Capanna Tschierva. Arriviamo al rifugio sotto una pioggerella fina ma confidiamo nel bel tempo previsto per domani. Dopo una buona notte di riposo in questo super moderno e confortevole rifugio svizzero partiamo alle 4 di mattina alla volta della Biancograt insieme alle altre cordate con lo stesso obiettivo nostro. Dopo  aver percorso alla luce delle frontali il primo tratto di sentiero che attraversa in diagonale, mettiamo i ramponi per salire il canale nevoso che permette di raggiungere il colle da cui parte la Biancograt. Superato il primo roccioso arriviamo alla bellissima cresta nevosa che con percorso aereo e spettacolare ci porta in cima al Pizzo Bianco. Lo zero termico abbastanza basso ci garantisce condizioni perfette della neve e questo tratto è una vera goduria! Da qui affrontiamo la parte finale della cresta, che con qualche passaggio un po' più tecnico e una breve calata ci porta in cima al Bernina: spettacolare secondo 4000 per Guada in pochi giorni (dopo il Breithorn)!!
Con calma scendiamo al rifugio Marco e Rosa dove arriviamo verso le due del pomeriggio e ove ci fermiamo a riposare in vista della traversata dei Palù il giorno dopo. Partenza questa volta all'alba per un'altra attraversata di gran classe su una cresta decisamente più semplice della Biancograt ma altrettanto spettacolare e dopo aver "cavalcato" anche i Palù nel pimo pomeriggio siamo di nuovo a Pontresina dove eravamo partiti due giorni prima: ci resta poi solo il rientro a casa ma come sempre dopo due giorni in montagna i ricordi e le immagini nella mente sono bellissimi e indelebili!

Vista sui Palù dall'attacco della Biancograt

Gigi e Guada sul primo tratto di cresta

Guada si fa un baffo delle prime difficoltà

La giornata fotonica ci mette di buon umore!

L'estetica cresta nevosa della Biancograt

Ecco perchè la chiamano la "scala del cielo"

Quasi in cima al Pizzo Bianco

Ultimo tratto di cresta più impegnativo prima della cima

Piccolo ingorgo alla calata obbligata...

Ultimo tratto prima della vetta...
Cumbre!!
Discesa verso il Marco e Rosa...

Partenza all'alba piuttosto fresca...

Alba dal Marco e Rosa...

Verso la Fourcla Bellavista e i Palù...

Attraversando i Palù...
Vetta del Palù centrale
Discesa tra i seracchi verso il Diavolezza

Visione d'insieme della "cavalcata" appena percorsa



venerdì 14 agosto 2015

PETIT CLOCHER DU PORTALET: ETAT DE CHOC

Era da tanto che volevo andare a dare un'occhiata alla famosa "Etat de choc" sul Petit Clocher du Portalet e finalmente l'occasione si presenta quando con William decidiamo di sfruttare una finestra di un paio di giorni di bel tempo in cui siamo entrambi liberi. Le nevicate dell'ultimo periodo ci facevano dubitare delle condizioni delle vie in quota e così decidiamo di andare sul sicuro e di lanciarci su questo bellissimo pilastro di granito posto a una quota che lo rende una meta sicura.
Saliamo il primo giorno dalla diga di Saleina e in un paio d'ore siamo all'attacco del Clocher. Per questa prima giornata decidiamo di fare una vietta sulla parete sud e di lasciare il pezzo forte della gita per il giorno dopo. Saliamo quindi la via "Le chic, le chèque, le choc", bella vietta mai impegnativa ma divertente e che alterna diversi stili di arrampicata (diedri, dulfer, placche...).
La sera saliamo alla Cabane d'Orny, bellissimo rifugio Svizzero dove ci godiamo una comoda nottata di riposo per poi tornare il mattino dopo al Clocher alla volta di "Etat de choc". All'attacco troviamo anche il big Arnaud Petit con il quale, sempre molto simpatico, scambiamo quattro chiacchiere prima di lasciarlo partire davanti a noi sapendo bene di non poter tenere il suo ritmo!
La via si rivela all'altezza della sua fama e delle attese: davvero impegnativa su fessure perfette in stile "yosemitico" dove servono tutte le tecniche di incastro per passare. La libera sui passi più ostici è riservata a chi davvero padroneggia questa tecnica che per noi europei è sempre un po' ostica! Alla fine nonostante i soli 200mt di via arriviamo in cima al Clocher stanchi e molto soddisfatti per la bellezza della linea e dell'arrampicata. Davvero una bella giornata con l'amico William con cui spero poter condividere altre belle avventure durante i prossimi mesi!

Il Petit Clocher du Portalet in tutto il suo splendore

William su "Le chic, le chèque, le choc"

La parete nord del Clocher con la superba linea di "Etat de choc"

Inizio di una lunga serie di fessure perfette!

William in uscita dal primo tiro di 7a
Ultimo tiro duro

Cabane d'Orny vista dalla cima del Clocher

Il Vallone


venerdì 7 agosto 2015

PILONE CENTRALE DEL FRENEY: VIA CLASSICA (BONINGTON)

A volte accompagnare un amico a realizzare il proprio sogno vale più di una qualsiasi altra salita, pur estrema che essa sia. Per Rudi il Pilone era una chimera ormai da tempo e dopo diverse salite fatte insieme e allenamenti vari si sentiva ormai pronto per affrontare quella che forse, oltre al mito che la avvolge, è una delle salite (tra le "classiche" ovviamente) più impegnative delle alpi. Io l'itinerario lo conosco già per averlo salito un paio di anni fa, ma gestire la salita accompagnando Rudi ne fa anche per me una sfida di un certo impegno.
Dopo un tentativo andato male a causa di una recente nevicata che aveva reso l'itinerario inagibile, le condizioni ritornano finalmente favorevoli ad inizio agosto e così dopo aver lasciato il lavoro nel tardo pomeriggio saliamo al rifugio Monzino. L'indomani notte partiamo alla volta del Pilone con l'intenzione di bypassare i bivacchi Eccles e di bivaccare sulla via in modo da avere la sicurezza di poter uscire in cima al Bianco l'indomani. Arriviamo agli Eccles alle prime luci dell'alba e troviamo due spagnoli di Alicante ancora nelle brande: dicono di aver cercato di raggiungere il Pilone durante la notte ma dopo aver sbagliato itinerario sono tornati indietro per poi passare la giornata a riposare per riprovare il giorno dopo...contenti loro! Non facciamo in tempo a salutarli che stanno già dormendo e noi continuiamo la nostra salita. Arrivati al colle Eccles il sole stà già scaldando il bacino del Freney: scendiamo con le doppie e ci fermiamo a fare una pausa in una nicchia sicura prima di attraversare alla volta del Pilone. Con il caldo di questo periodo il rischio di scariche in questo tratto è molto alto, così attraversiamo cercando di stare il più alti possibile e vicini alle rocce in modo da essere riparati e da esporci solo attraversando i vari canali che scendono dal versante soprastante. Così facendo la traversata diventa lunga e laboriosa ma almeno arriviamo all'attacco tutti interi! Saliamo i primi 4-5 tiri facili e troviamo una nicchia ideale per un bivacco al riparo dal vento e decidiamo di fermarci qui. Riusciamo a far fondere neve, a bere e mangiare come si deve: anche se Rudi non ha un gran appetito mi incarico io di alleggerire il nostro peso consumando una lauta cena! Arriva la notte e riusciamo a prendere sonno quando verso mezzanotte una pioggerella poco piacevole ci risveglia e siamo costretti a rannicchiarci nei nostri sacchi a pelo per evitare di lavarci: ma le previsioni non davano bel tempo??? Comincio a pensare all'indomani e al fatto che se il pilone sarà fradicio o magari verglassato ci toccherà scendere (prospettiva comunque poco allettante). Fortunatamente nel giro di un paio d'ore smette di piovere e l'indomani ci risvegliamo col cielo sereno (come da previsioni) e la roccia asciutta. Dopo una veloce colazione ripartiamo sulla bella linea della classica Bonnington. I tiri si susseguono uno più bello dell'altro: peccato scalare con lo zaino pesante perchè l'arrampicata qui è davvero su granito spaziale e meriterebbe di essere gustata appieno. Intanto dietro di noi arriva una cordata molto veloce di due sloveni che ci superano appena prima della Chandelle (ci dicono essere partiti insieme agli spagnoli dagli Eccles ma di quest'ultimi non vediamo traccia, probabilmente hanno desistito e sono tornati indietro definitivamente).
Arrivati alla Chandelle superiamo i 3 tiri duri recuperando i sacchi in stile "big-wall" e con un ultimo sforzo arriviamo finalmente in cima al pilone!! Sull'ultimo tiro passiamo il saccone rosso del Butch tristemente abbandonato a pochi metri dalla cima: è troppo pesante per pensare di portarlo con noi in cima al Bianco (è ormai abbastanza tardi, siamo comunque stanchi e siamo già carichi del nostro materiale usato sia per la salta che per il bivacco)...Nel luogo in cui si trova attualmente è probabilmente più facilmente accessibile scendendo dall'alto (dalla cima del Monte Bianco scendendo lungo l'arrete del Brouillard e poi con una doppia dalla cima della Chandelle lo si può facilmente recuperare). 
Arriviamo in cima al Bianco che sono ormai le 8 di sera e il tramonto infuoca l'arrete des Bosses e l'arrete del Brouillard: Rudi è stanco ma l'emozione è fortissima per avercela finalmente fatta senza mai mollare nonostante la fatica e i crampi! Ci abbracciamo, facciamo qualche foto e poi via, in cammino verso casa! In un paio d'ore ridiscendiamo al rifugio del Gouter dove troviamo aperto solo il locale invernale (quando abbiamo lasciato il Monziono la normale Francese era ancora aperta, scopriremo in seguito, davanti ad una birra a Chamonix, che nel frattempo l'accesso dal Gouter era stato chiuso di nuovo a causa delle alte temperature). Poche ore di sonno bastano per darci la forza di scendere alla funivia e rientrare a Chamonix dove Domi è venuta a prenderci e dove possiamo finalmente gustaci una buona Leffe e festeggiare!

Verso i bivacchi Eccles

La Noir all'alba

Attraversando verso il Pilone sopra il bacino del Freney

Bivacco!
Roccia super a più di 4.000mt!

Si scala con un po' di peso sulle spalle...

Ambiente 5 stelle

Al cospetto della Chandelle

Il famoso diedro strapiombante della Chandelle

In cima alla Chandelle

Mont Blanc summit!!

Arrete des Bosses al tramonto

Incontro con un VIP a Chamonix...