sabato 19 aprile 2014

EIGER NORDWAND - VIA HECKMAIR

Difficile descrivere un’esperienza vissuta sulla parete nord dell’Eiger: il mito di questo luogo, la storia che c’è dietro la conquista della parete stessa, le avventure che generazioni di alpinisti hanno vissuto qui….per me, come penso anche per molti altri amanti di questo sport, riuscire un giorno a scalare questa parete è sempre stato un sogno, un sogno che poi improvvisamente si è realizzato. Mentre preparavo lo zaino per partire però, avevo davvero paura di una cosa: di rimanere deluso! Sì, perché purtroppo la mia piccola esperienza di vita mi ha insegnato quelli che definiamo sogni, una volta raggiunti o realizzati spesso non si rivelano all’altezza delle aspettative, lasciano un po’ di amaro in bocca….beh, non è stato il caso dell’Eiger: la parete è a dir poco strepitosa, enorme, cattiva, selvaggia e la via è galattica, bellissima in ogni sua sezione, difficile, severa, richiede preparazione fisica e tecnica e concentrazione dal primo all’ultimo tiro….insomma, un vero e proprio sogno, nessuna delusione, 100% di soddisfazione pura nel mettere i piedi su quella cima! Poi tutto il resto è semplicemente cronaca, interessante forse, ma difficile che possa rendere l’idea dell’esperienza vissuta. 

Dopo il Fil a Plomb avevo comunque continuato  a pensare all’Eiger e appena vedo che il meteo concede una finestra di tempo perfetto tra mercoledì e giovedì mi sento con Lorenz per vedere se si riesce ad organizzare. La sua mano non è ancora guarita ma va meglio, però lui mercoledì è incasinatissimo col lavoro e anch’io pensandoci mercoledì ho un impegno che non posso proprio spostare, però da venerdì arriva una brutta perturbazione, quindi prendiamo una decisione unanime: stiamo parlando dell’Eiger, al diavolo tutto e si parte!!..e così sfruttiamo al massimo la giornata lavorativa di martedì per poi ritrovarci a Como all’una di notte (sì, all’una di notte!!) per patire alla volta di Grindelwald. Arriveremo a Interlaken alle 4.00 di mattina e decidiamo saggiamente che è meglio fermarsi qui a dormire un paio d’ore e prendere il treno direttamente da qui senza salire fino a Grindelwald. Così il giorno dopo (si fa per dire), ci svegliamo alle 6.00 per prendere il primo treno in direzione della stazione dell’Eigergletscher, dove sfrutteremo tutto il tempo del viaggio per recuperare un po’ di sonno. Partiamo con calma e arriviamo rapidamente al cospetto della parete.

In cammino verso la Nordwand!

Pendii iniziali


Saliamo in fretta la prima parte e in prossimità della fessura difficile incontriamo nientepocodimenoche Cristoph Hainz che sta facendo delle foto e video con un fotografo italiano. Poi sulla fessura difficile vediamo impegnato un team di atleti Mammut, anche loro stanno girando un film della salita della via Heckmair, che livello!! Sfortunatamente però davanti a noi abbiamo anche una cordata di austriaci estremamente lenti che ci costringono ad un’ora di attesa prima di poter attaccare la fessura difficile: per fortuna però riusciamo a passarli sui nevai successivi! Saliamo il più veloce possibile: traverso Hinterstoisser, primo nevaio, secondo nevaio e infine bivacco della morte dove il team Mammut si è già preso i posti migliori, a noi resterà un angolino dove appoggiare il sedere e passare una notte fredda e scomoda, per fortuna almeno ci offrono una birra! Arriva la notte e vediamo in basso le frontali dei due austriaci che avevamo passato la mattina: li vediamo salire per un po’ e poi tornare inesorabilmente (e saggiamente) verso la base della parete…

Sulle prime difficoltà

Salendo il primo nevaio

I tiri dal primo al secondo nevaio

Bivacco della morte e rampa in vista!!

Attraversando il secondo nevaio

Arrivo al bivacco della morte

Notte fredda al bivacco della morte!

Il giorno dopo ripartiamo alle 6 e ci pappiamo tiro dopo tiro tutta la parte alta della via: rampa, fessura friabile, traverso degli dei, ragno, fessura di quarzo, camini di uscita, pedii finali, cresta Mttelegi e infine alle ore 18.30 la cima!!...Abbiamo buon margine per ridiscendere la parte alta della via normale con la luce e alle 21.30 siamo di nuovo giù alla stazione dell’Eigergletscher a cucinarci le ultime zuppe rimaste e a finire i rimasugli di cibo ancora superstiti. Il giorno dopo il cielo si ingrigisce fin dalle prime ore del mattino, segno che la perturbazione non tarderà ad arrivare, ma a noi ormai importa poco: grazie Orco per averci concesso questi due giorni di pura libidine!

In uscita dal tiro duro della rampa

Lorenz sul tiro finale della rampa
La rampa vista dall'alto

Il traverso verso la fessura friabile

Fessura friabile
Verso i camini di uscita

Verso la parte finale della via, appena attraversato il ragno

Uscita dal tiro della fessura di quarzo

Uscita dai camini finali

I pendii finali

Cresta Mittelegi
Cumbre!!

lunedì 14 aprile 2014

FIL A PLOMB

Dopo tanto scialpinismo non vedevo l'ora di ritornare a fare del buon sano Alpinismo, di quello con la A maiuscola. Per qualche giorno avevo addirittura accarezzato il sogno di poter partire con Lorenz alla volta della nord dell'Eiger ma a causa di un meteo troppo variabile per i nostri gusti e per un pollice (quello di Lorenz) ancora un po' malandato, abbiamo deciso di rinviare l'avventura a giorni migliori.

Mi sento allora con Julien e decidiamo di partire sabato mattina con la prima funivia per il Plan de l'Aiguille alla volta del Fil à Plomb, la bella linea che spesso si vede salendo da Chamonix all'Aiguille de Midi e che da un po' di tempo mi sarebbe piaciuto fare. All'ultimo momento si aggrega anche Gabriele, che non si lascia scappare l'occazione per una salita di classe, nonostante la stanchezza accumulata durante la settimana di lungo lavoro.

Ci ritroviamo quindi alle 7 di mattina a fare il biglietto per la funivia ma scopriamo che già tutte le prime cabine sono prenotate e dovremo aspettare la nona cabina che partirà solo alle 8.10!! Facciamo allora buon viso a cattivo gioco e ci rassegnamo ad aspettare bevendoci un caffè con molta calma. Verso le 8.30 finalmente riusciamo a uscire sul Plan de L'aiguille e ad incamminarci veso la nostra via. 


In cammino verso il Fil à Plomb (Foto by Gabriele Colombo)


Un'altra cordata di francesi parte insieme a noi però poi loro si dirigono verso la goulotte du col du Plan: siamo quindi soli sulla nostra linea!! Saliamo veloci e in tre orette siamo già all'attacco del tiro chiave: parto io e salgo i primi 15 metri sono su ghiaccio molto fine quasi trattenendo il fiato e cercando di picchiare le mie ergo il più delicatamente possibile...per fortuna poi il ghiaccio migliora permettendomi di proteggere discretamente, ma l'uscita mi riserva ancora un bel tratto verticale ben fisico (salendo ho subito pensato che il nome della via doveva essere legato a questo tratto....). Continuo poi ancora su un tiro di ghiaccio e misto abbastanza tecnico per poi cedere il ruolo di capocordata a Julien che con qualche altro tiro di misto molto bello ci porta nel canale superiore della via. Arrivati qui ci sentiamo tranquilli per aver ormai superato le difficoltà ma il bel tempo che fino a qui ci aveva accompagnato cede il passo ad una fitta nebbia e a un bel nevischio che rendono il tutto molto d' "ambiente"!
Saliamo quindi tutto il canale sommitale fino ad arrivare al colle che raggiungiamo alle cinque del pomeriggio. Da qui normalmente basterebbe seguire l'arete midi-plan per arrivare all'Aiguille de Midi e al rifugio dei Cosmiques in un paio d'orette...A causa della fitta nebbia però l'itinerario di rientro risulta tutt'altro che evidente e ci ritroviamo addirittura a fare 3 doppie "impreviste", comunque anche grazie all'aiuto del gps riusciamo ad orientarci nel nebbione e finalmente verso le dieci (la nebbia ci ha fatto perdere ben 3 ore!) riusciamo a varcare la porta del rifugio dei Cosmiques dove ci attende una bella zuppa calda e il meritato riposo!

Sui primi tiri della parte bassa


Verso il tiro chiave (Foto by Gabriele Colombo)

Sul tiro chiave (Foto by Julien Espeut)





Verso la fine delle difficoltà



Nel canale finale




L'Arete Midi-Plan in condizioni "patagoniche"




Nebbia e ghiaccioli sulla strada verso il rifugio dei Cosmiques (Foto by Gabriele Colombo)

Il giorno dopo sulla strada verso casa finalmente rivediamo il sole! (Foto by Gabriele Colombo)