martedì 27 ottobre 2015

COLTON-BROOKS, LES DROITES NORTH FACE

Con William avevamo programmato un periodo per fare qualcosa di "alpinistico" insieme in preparazione di un viaggio imminente e la fortuna ci assiste proponendoci 4 giorni consecutivi di tempo stabile. L'unico grande interrogativo restavano le condizioni della montagna, di cui avevamo davvero poche informazioni al di fuori dell'area del Tacul. Decidiamo di fare qualcosa di "allenante" e di salire al rifugio dell'Argentiere (con la funivia chiusa sono 4 allegre orette di marcia) e di vedere se il bacino intorno al rifugio offre qualche linea in buone condizioni. Con grande sorpresa salendo constatiamo che a prima vista le condizioni non sono niente male e che diverse linee sono probabilmente in condizioni accettabili.
Arrivati al rifugio al calar del sole ci godiamo una bella serata nel nuovo super confortevole locale invernale con tanto di stufa a legna funzionante che ci riscalda le ossa! Per il giorno dopo decidiamo di fare un tentativo sulla via Colton-Brooks sulla nord dei Droites: entrambi abbiamo già fatto la Ginat su questa parete e questa è l'occasione per fare qualcosa di nuovo insieme.
Partiamo alle 3.30 dal rifugio e in breve ci troviamo alla terminale che riusciamo a passare nonostante sia ancora un po' "aperta". Saliamo veloci i primi pendii di neve non bellissima: una crosta inconsistente al di sotto della quale il ghiaccio è totalmente assente. Continuiamo a salire nonostante sia impossibile proteggere la progressione, nella speranza che le condizioni migliorino nella parte alta della via. La nostra fiducia viene premiata quando arriviamo nella seconda parte della parete quando ci spostiamo a destra per affrontare la parte più tecnica della via, qui il giaccio si è ben formato e anche se non è spessissimo ci consente di progredire in scioltezza. Anche qui continuiamo salendo spesso in simultanea e per le 14 siamo già sulla cima ovest dei Droites!! Qualche foto di rito e poi via con la lunga serie di doppie che ci depositerà sul ghiacciaio di Talefre per poi raggiungere il rifugio del Couvercle dove dei simpatici francesi ci offrono un po' di pasta da loro avanzata che ci allieta la serata prima di sprofondare in un sonno profondo. L'indomani poi terminiamo l'infinita discesa raggiungendo il treno dei Montenvers e poi Chamonix. Davvero una bella sorpresa ci ha riservato l'Argentiere e l'intesa con Wlliam lascia ben sperare per i nostri "projects" futuri!

Il Bacino dell'Argentiere
Il sottoscritto scruta l'orizzonte dal rifugio (Foto: W.V.M.)
Attraversando verso la parte alta della via (Foto W.V.M.)
Quasi finiti i pendii di neve "crostosa" (Foto W.V.M.)
Al cospetto dell "head wall" (Foto W.V.M.)
Primo traverso sulla parte alta della via (Foto W.V.M.)
Finalmente su una bella goulotte! (Foto W.V.M.)
Facce da nord! (Foto W.V.M.)
William sale veloce verso la "head wall"
Condizioni finalmente buone!!

C'mon!
Panorama dalla vetta!
Ultime luci sul Monte Bianco scendendo verso il rifugio del Couvercle
La nostra linea sull'imponente parete nord dei Droites

lunedì 21 settembre 2015

Wenden Climbing Trip: PATENT OCHSNER (Pfaffenhut) - BLAUE LAGUNE (Excalibur)

Era da tempo che gli amici  "noworkers" cuneesi volevano venire a fare un primo assaggio del Wenden ma fino ad ora non eravamo mai riusciti a combinare impegni e meteo favorevole. Alla fine tutto sembra combaciare in questo inizio settembre: stagione di lavoro (da guida) ormai alle spalle e un po' di tempo libero per qualche bella salita insieme!
Ci troviamo così una bella sera a Como: io abbastanza rilassato e loro con alle spalle già  ore di viaggio!....Passata la dogana Svizzera ci accorgiamo subito che il tunnel del Gottardo è chiuso fino al mattino successivo: cominciamo bene!...Facciamo il passo e arriviamo a Wendenalp che ormai è mezzanotte: montiamo rapidamente il nostro campo da bivacco ambulante e in pochi minuti stiamo già dormendo. Ci svegliamo la mattina successiva con una temperatura bella freschetta (aveva gelato!), scaldiamo il thè, facciamo una bella colazione e partiamo verso il Pfaffenhut quando il sole tocca quasi il parcheggio: per il primo giorno abbiamo deciso per un'introduzione "soft" all'obbligato del Wenden andando a fare la bellissima Patent Ochsner. Arriviamo all'attacco in un'oretta e  miei compagni prima della roccia sono costretti ad assaggiare gli avvicinamenti "wendeniani", mai troppo lunghi ma sempre intensi e su pendii belli dritti: qui la roccia bisogna guadagnarsela con la fatica! La via  poi si rivelerà davvero bellissima: passaggi molto tecnici e mai troppo fisici, la chiodatura è tranquilla, quasi "plaisir", l'ideale come introduzione allo stile un po' particolare del Wenden. Arriviamo al libro di via insieme all'arrivo di alcune nubi che oscurano il cielo e la temperatura si abbassa inevitabilmente: comincia a fare freddo e la parte finale della via è decisamente meno interessante, quindi ci caliamo senza esitare e per le sei siamo di nuovo al parcheggio a gustarci un ottimo aperitivo a base di salame, formaggio e birre fresche acquistate alla malga!
La mattina dopo ci svegliano con il cielo infestato da qualche fastidiosa nuvola grigia, nonostante il meteo prevedesse sole pieno. Decidiamo comunque di giocarcela e partiamo alla volta del bellissimo pilastro Excalibur. L'avvicinamento come al solito ci da una buona sveglia e in poco più di un'ora arriviamo all'attacco dello zoccolo. Oggi Bac decide di prendere il comando della cordata e in un batter d'occhio ci porta fuori dai due tiri dello zoccolo fino all'attacco della via di oggi, una gran classica del Wenden: Blaue Lagune. Bac continua a guidare la cordata gasatissimo e con grande maestria, nonostante il freddo diventi pungente a causa delle nuvole della nebbia che insistono sulla parete (non capiamo perchè ma ad ogni folata di vento gelido il nostro condottiero si esalta e farfuglia "training for patagonia...."...chissà cosa vorrà dire!!). A metà via però Bac mi cede "gentilmente" il comando e tocca a me "divertirmi" sul bel tiro di 7b+, con un bel passaggio di 7a obbligato tipico test del Wenden. Dato il freddo e la poca sensibilità alle dita abbandono subito l'idea di scalarlo a vista e mi fermo a riposare e riscaldarmi le mani prima delle sezioni più ingaggiose. Il passaggio chiave si risolve con una bella strizzata di dita su un rovescino non proprio generoso, il tutto con lo spit qualche metro sotto i piedi ma con una buona dose di convinzione si passa bene....La sezione successiva del tiro è sempre "psycho" ma decisamente più facile. Arriviamo in cima al pilastro davvero soddisfatti per la bella via percorsa e in più l'alternarsi di nuvole e nebbia sulle pareti ci riservano dei giochi di luce davvero suggestivi. Riusciamo a rientrare al parheggio con le ultime luci del giorno e ci godiamo l'ultima serata di "barbonaggio" tra un piatto di pasta e un bicchiere di vino.
La sveglia poi suonerà anche l'indomani ma il meteo sempre più incerto e le previsioni di temporali pomeridiani ci faranno rinunciare alla terza via e decidere all'unanimità che come primo assaggio del Weden per i forti cuneesi può bastare così....alla prossima!!

Pannellari alla base del Pfaffenhut!

Leggermente gasati 'sti due! (foto: Enrico Turnaturi)

Verticalità e roccia da urlo su Patent Ochsner
Lurens su Patent Ochsner

Il sottoscritto a caccia di tacche! (foto: Enrico Turnaturi)
Bac in pieno trip su Blaue Lagune

Nebbie svizzere!

In uscita dal tiro duro di Blaue Lagune

Verticalità al pilastro Excalibur (foto: Enrico Turnaturi)

Calcare perfetto (foto: Enrico Turnaturi)

Nebbie e sole ci riservano dei giochi di luce straordinari

Selfone di vetta! (foto: Enrico Turnaturi)

venerdì 4 settembre 2015

Grand Capucin, Via dei Ragni (o via "Lecco") - Trident du Tacul, Via Diretta

Approfittando dell'ultimo colpo di coda (e di caldo) di questa torrida estate, ci dirigiamo con Mago, Giorgio & Co. verso il Bianco. Prendiamo la prima funivia delle 7 del mattino e io e Mago ci dirigiamo velocemente verso il Grand Capucin, decisi a ripetere la Via dei Ragni. Questa via, aperta nel 1968 dai ragni di Lecco Aldo Anghileri, Guerino Cariboni, Casimiro Ferrai, Carlo Mauri e Pino Negri, è senz'altro una delle vie meno ripetute rispetto alle "illustri" vicine (vedi Voyage e Elisir) e per questo ci suscitava un po' di curiosità. Le soste della via sono state di recente riattrezzate a fix inox e qualche spit è stato aggiunto nei tratti più esposti e meno proteggibili a friends.
La via parte dal pulpito più alto delle cenge Bonatti e per raggiungerlo io e Mago decidiamo di percorrere i primi 3 tiri di Elisir invece di risalire il poco piacevole canale di neve. La giornata è calda (zero termico a 4.800mt) e si scala in maglietta! In breve arriviamo al pulpito e attacchiamo la via vera e propria che si rivela un'autentica chicca: i 3 tiri di 7a nei diedri sono tutti bellissimi e una volta superati questi, la via non perde assolutamente d'interesse: i tiri superiori sono ancora fisici e impegnativi, tutti "da scalare", rendendo l'uscita in cima al Capucin di grande soddisfazione. Per la discesa ci affidiamo alle corde fisse da pochi giorni posizionate per non so quale scopo sulla via "Echo des Alpages", di sicuro non molto estetiche ma che permettono di scendere ad una velocità supersonica! Così per l'ora di cena siamo già comodi nella nostra tenda alla base dei satelliti a degustare una meritata pasta liofilizzata!
Il giorno dopo per non farci mancare niente decidiamo di fare una vietta più corta per poter poi prendere la funivia nel pomeriggio e rientrare a casa. Ci svegliamo con calma e quando il sole comincia a scaldarci ci dirigiamo verso il Trident de Tacul dove attacchiamo la Via "Diretta". Questa via segue la logica linea di diedri e fessura dritta in mezzo alla parete sud del Trident e si rivela un'altra via di gran classe con tiri atletici che alternano diversi stili di arrampicata in fessura. Anche per questo giro non ci siamo fatti mancare niente!!
 
Grand Capucin - Via dei Ragni
300mt - 7a, 6b+ obbl.
Materiale: corde da 60mt, nuts, friends fino al 4 BD, micro compresi - raddoppiare le misure da 0,5 a 2 .
 
 
Schizzo della Via dei Ragni
 
La linea
 
Sul bellissimo secondo tiro di Elisir salito per accedere alle cenge Bonatti (foto: Sefano Mago)

Il traverso del secondo tiro della Via dei Ragni (foto: Stefano Mago)

Il bellissimo secondo tiro di 7a

L'ultimo lungo e fisico tiro di 7a

Nella parte alta della via si continua a scalare!

Strizzata fotonica per uscire da un "facile" 6c+! (foto: Stefano Mago)

 
Verso la fine!

La nostra cordata vista di nostri soci sul Pilier Rouge du Clocher

Cumbre!!

Doppie comodissime sulle fisse in loco

Incastri da manuale sul tiro di 7a della diretta al Trident du Tacul

Sempre tiri di gran classe sulla diretta al Trident

Qualcuno ha preso il ghiacciaio per il lido!!

 

 

giovedì 20 agosto 2015

Biancograt al Pizzo Bernina + Attraversata dei Palù

La Biancograt era da tempo uno dei "pallini" del mitico Gigi e finalmente riusciamo a far combinare meteo, condizioni e disponibilità di entrambi per poterci lanciare su questa bellissima salita classica.  Oltre a Gigi anche Guada ci segue senza fare una piega : fino a un paio di anni fa sarebbe stato impensabile vederla su un itinerario di questo tipo ed è davvero bello vedere come si sia appassionata alla montagna e abbia superato le paure iniziali per potersi permettere di percorrere in "scioltezza" salite come questa.
La Biancograt è senz'altro di una tra le più belle creste delle Alpi e offre dei panorami mozzafiato alternando divertenti passaggi su roccette a esposti tratti su creste nevose affilate.
Partiamo quindi da Pontresina in un bel pomeriggio di agosto alla volta della Capanna Tschierva. Arriviamo al rifugio sotto una pioggerella fina ma confidiamo nel bel tempo previsto per domani. Dopo una buona notte di riposo in questo super moderno e confortevole rifugio svizzero partiamo alle 4 di mattina alla volta della Biancograt insieme alle altre cordate con lo stesso obiettivo nostro. Dopo  aver percorso alla luce delle frontali il primo tratto di sentiero che attraversa in diagonale, mettiamo i ramponi per salire il canale nevoso che permette di raggiungere il colle da cui parte la Biancograt. Superato il primo roccioso arriviamo alla bellissima cresta nevosa che con percorso aereo e spettacolare ci porta in cima al Pizzo Bianco. Lo zero termico abbastanza basso ci garantisce condizioni perfette della neve e questo tratto è una vera goduria! Da qui affrontiamo la parte finale della cresta, che con qualche passaggio un po' più tecnico e una breve calata ci porta in cima al Bernina: spettacolare secondo 4000 per Guada in pochi giorni (dopo il Breithorn)!!
Con calma scendiamo al rifugio Marco e Rosa dove arriviamo verso le due del pomeriggio e ove ci fermiamo a riposare in vista della traversata dei Palù il giorno dopo. Partenza questa volta all'alba per un'altra attraversata di gran classe su una cresta decisamente più semplice della Biancograt ma altrettanto spettacolare e dopo aver "cavalcato" anche i Palù nel pimo pomeriggio siamo di nuovo a Pontresina dove eravamo partiti due giorni prima: ci resta poi solo il rientro a casa ma come sempre dopo due giorni in montagna i ricordi e le immagini nella mente sono bellissimi e indelebili!

Vista sui Palù dall'attacco della Biancograt

Gigi e Guada sul primo tratto di cresta

Guada si fa un baffo delle prime difficoltà

La giornata fotonica ci mette di buon umore!

L'estetica cresta nevosa della Biancograt

Ecco perchè la chiamano la "scala del cielo"

Quasi in cima al Pizzo Bianco

Ultimo tratto di cresta più impegnativo prima della cima

Piccolo ingorgo alla calata obbligata...

Ultimo tratto prima della vetta...
Cumbre!!
Discesa verso il Marco e Rosa...

Partenza all'alba piuttosto fresca...

Alba dal Marco e Rosa...

Verso la Fourcla Bellavista e i Palù...

Attraversando i Palù...
Vetta del Palù centrale
Discesa tra i seracchi verso il Diavolezza

Visione d'insieme della "cavalcata" appena percorsa