Ne avevamo parlato durante l’ultimo modulo d’alta montagna
con Lorenzo: il Pilone Centrale del Freney, questo mitico pilastro che si
innalza maestoso al di sopra del plateau del Freney fino a toccare quota 4.500mt.
Pilastro teatro di quella mitica tragedia di cui si è tanto parlato negli anni….
Senz’altro una salita che sa d’avventura ancora prima di partire.
Una volta individuato il periodo d’alta pressione che faceva
al caso nostro, alla cordata si è aggiunto anche Alex, uno dei più giovani (e
senz’altro anche più promettenti) del nostro corso aspiranti. La cordata da 3
ci permette di dividerci il peso del
materiale e quindi di muoverci più rapidamente. Il piano è quello di andare a
dormire al Monzino, il primo giorno farsi una bella tirata fino alla base della
chandelle con un bel bivacco a 4000mt abbondanti, per poi uscire in punta al
Monte Bianco e rientrare a casa la sera del secondo giorno (Lorenzo il giorno
dopo ha pure un matrimonio, i ritardi non sono ammessi….)
Si parte: saliamo al Monzino abbastanza tardi ma la signora
del rifugio ci accorda lo stesso una super cena. Il giorno dopo partenza alle
2.30, alle prime luci dell’alba arriviamo ai bivacchi Eccles e i ricordi volano all'anno scorso quando avevo pernottato qui con il Trinca per poi fare l'Innominata....
Scegliamo di salire fino alla punta Eccles e con una doppia siamo al colle Eccles, la porta per il bacino del Freney da dove si vede il Pilone innalzarsi maestoso!!
Ancora una doppia e un traverso poco simpatico per l'esposizione alle scariche delle pareti soprastanti e arriviamo all'attacco del Pilone in tarda mattinata.La vista sulla cresta di Peuterey è a dir poco mozzafiato...
Arrivato fin qui sono abbastanza tranquillo per il fatto che la parte potenzilmente più pericolosa della salita è passata senza problemi, ora resta solo la parte più tecnica...La parte bassa passa bene in conserva veloce ma poi bisogna cominciare a fare tiri e visto che le scarpette sono nello zaino, perchè non approfittarne?
La linea è abbastanza evidente da seguire e verso metà pomeriggio siamo già all'attacco della chandelle, o meglio si suppone che qui da qualche parte ci sia l'attacco della chandelle, anche se in realtà non abbiamo capito esattamente dove fosse l'attacco "ufficiale" in quanto sul filo dello spigolo si susseguono risalti più o meno facili da superare, in più come descrizione della via siamo dotati di uno di quegli schizzi del Bassanini che sono a dir poco incomprensibili (ricordo una volta aver passato un paio d'ore a scrutare la parete sud dell'Aiguille du Midi con in mano uno di questo schizzi cercando di capire dove potesse passare la via rappresentata e aver gettato la spugna senza averci capito assolutamente nulla....). Comunque, per dovere di cronaca aggiungo che tutti i tiri sono gradati V+ ma alcuni passaggi io li definirei come minimo V+ "estremo"!
Imperterriti continuiamo a salire. Alex si tira i primi 4 tiri poi tocca a me passare davanti e continuo almeno per 6/7 tiri nella speranza di arrivare al posto di bivacco. Sono ormai le 5 del pomeriggio e vediamo appena sopra di noi la parte finale della chandelle. Decidiamo di proseguire fino alla base di questo pilastro finale, dove ci sono i 3 tiri più duri della via, gradati 7a+ che vengono superati con l'aiuto dell'artif su chiodi in loco. Lì sotto dovrebbe esserci una cengia con abbastanza spazio per 3 persone. Alex riparte da primo per portarci a destinazione ma arrivati alla base del pilastro ci attende una bella sorpresa: impegnati sui tiri d'artif ci sono 3 tedeschi (o svizzeri??) partiti dal Monzino due giorni pima, il che mi fa pensare non si tratti esattamente di una cordata da speed record....
Ma il bello deve ancora venire, perchè una volta raggiunti i 3 mitici tedeschi, questi ci dicono aver intenzione di piazzare semplicemete le corde fisse su questi 3 tiri e di bivaccare sulla stessa cengia dove ci trovavamo noi: ci guardiamo i piedi e in breve ci rendiamo conto che in 6 lì non ci staremo mai, fantastico! Chi l'avrebbe mai detto che avremmo trovata occupata una cengia da bivacco a 4.300mt??...Comunque non ci scoraggiamo e cerchiamo possibili alternative: alla fine decidiamo di restare su un'altra cengetta davvero piccola e molto sconnessa poco distante dalla precedente, dove passeremo una notte scomodissima, rimpiangendo di non esserci fermati qualche tiro prima....Io comunque riesco con giochi degni di Udinì a far sciogliere un po' di neve e preparare una zuppa che ci scalda un po' lo stomaco prima che cali la notte. Ricordo ancora Lorenzo "mummia style" nel suo sacco a pelo:
Il giorno dopo ci svegliamo tutti indolenziti ma appena il sole arriva ascaldarci un po' ripartiamo alla volta della vetta! Anche Alex, dopo i dolori della notte riprende a cantare: è buon segno! Lorenzo resuscita dal suo sacco-mummia e parte da primo sui successivi tiri che si rivelano sì duri, ma ben imbottiti di chiodi e quindi basta tirare quelli per venirne a capo....
L'ultimo dei 3 tiri d'artif si rivela ben strapimbante e con un'uscita sotto un camino/tetto dove difficilmente passeremmo con i nostri zaini non esattamente piccolissimi: per fortuna mi sono portato dietro il fedele cordino da 50mt che ci permette di issare i sacchi nel vuoto e fare il tiro ben alleggeriti. Per dovere di cronaca bisogna dire che Alex si è sparato questi 3 tiri con gli scarponi, cosa che probabilmente non ha fatto nessuno negli ultimo trent'anni, e cioè da quando sono state inventate le scarpette! Alla fine usciamo dai tiri duri raggiungendo i 3 tedeschi che per risalire le loro fisse hanno impiegato lo stesso tempo da noi utilizzato a scalare i tiri: a riprova che i miei dubbi che non si trattasse di una cordata "fast and light" erano fondati....
Una volta uscitida questa sezione difficile, ancora un paio di tiri decisamente più semplici ci portano in cima alla chandelle: che sollievo! Da lì, una corta doppia fino alla breche e poi del misto non troppo "incazzato" per raggiungere la cresta del Brouillad che un'oretta dopo ci depositetrà in cima al bianco!!!
La lunga discesa fino al Gouter e poi giù fino al trenino è pura routine e gran fatica soprattutto per le nostre ginocchia, ma l'idea di una doccia e di un letto dove dormire è troppo allettante per fermarsi prima. In più Lorenzo ha il suo matrimonio l'indomani!! Arrivati a Chamonix Alex riesce a far colpo su una signora italiana che ci dà un passaggio fino in Italia e ci porta addirittura a recuperare la mia macchina lasciata in Val Veny (avevamo lasciato quella di Lorenzo a Courmayeur per poterla usare per andare a recuperare la mia ma lui ha furbamente lasciato le chiavi della sua macchina nella mia.....)... Il marito della signora in un momento di follia ci ha quasi invitato a cena ma abbiamo preferito rifiutare, non sapendo se parlasse sul serio o meno....Sono ormai le 11 di sera quando ripartiamo da Cormayeur. Io dovevo solo raggiungere la mia famiglia a Valtournenche e il viaggio che avrebbe dovuto durare un'oretta è durato almeno il doppio causa pause siesta lungo il tragitto! Gran sfacchinata ma anche grande soddisfazione per un vero e proprio viaggio attraveso il Monte Bianco su una via che secondo me presenta un'arrampicata sempre bella su roccia ottima che davvero merita a differenza da quanto si legge su diversi report dei vari ripetitori.