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sabato 31 agosto 2013

QUALIDO: VIA MELAT ......A META'!

Con Gabri decidiamo di chiudere il mese di agosto visitando il Qualido. Per lui è stata una settimana dura di lavoro in cantiere e la stanchezza al venerdì sera si fa sentire: decidiamo comunque di partire lo stesso, destinazione la via Melat!
Il tempo di organizzare la roba dopo il lavoro e siamo al parcheggio della val di Mello verso le sei e mezza, partiamo quindi per la scarpinata che ci fa salire in direzione del Qualido ai piedi del quale arriviamo alla luce delle frontali. Non essendo noi esattamente dei "locals", non riusciamo neanche a trovarlo l'hotel Qualido,dove avremmo voluto dormire, lo individueremo solo il giorno dopo con la luce del sole!Comunque poco male: dotati di sacco a pelo e materassino troviamo un buon posto da bivacco dove dormiremo come due bebè.
Il giorno dopo di buon'ora partiamo all'attacco della via sapendo che la giornata sarà lunga visti i 20 tiri che ci aspettano.

L'imponente parete del qualido

La via attacca subito dura con due tiri su dei bei liscioni in aderenza dove c'è da spalmare ben bene: Gabri non è informissima e quindi tocca a me tirare la via. Andando avanti la via resta sempre sostenuta però spesso bisogna fare ricorso all'A0 per passare (su un tiro l'A0 è praticamente totale), il che mi lascia un po' deluso perchè non ero venuto fin qui per mungere rinvii.....Inoltre le varie cengette da superare con passaggi obbligati a tirare su "ciuffi d'erba" mi lasciano in bocca qualche commento non proprio edificante (del tipo: "che m***a!!")....in questi momenti penso ai commenti sulla via fatti dagli apritori dove avevo letto frasi del tipo "arrampicata entusiasmante...." e mi dico che probabilmente non abbiamo la stessa visione della parola "entusiasmante".....Comunque, nonostante tutto, verso le 13 arriviamo in sosta del decimo tiro: siamo a metà e abbiamo il tempo di finire la via, soprattutto considerando che la parte alta della via è più facile della parte bassa....Gabriale però è ormai a pezzi e mi dice che non ce la fa più a continuare: nonostante la via non mi piaccia un gran che sono abbastanza deluso di non poter assaporare la cima del Qualido....non me la sento peròdi obbligarlo a continuare, soprattutto considerando che anche se le grosse difficoltà sono passate ci manca sempre metà via! Quindi optiamo per la ritirata e in breve siamo alla base della parete: unico lato positivo della cosa il fatto che sarò a casa in tempo per giocare un po' con i miei figli e per una cenetta romantica con la mogliettina!

Gabri sul tiro in A0

I passaggi "sullerba"...

venerdì 30 agosto 2013

POLLUCE (4.091mt) - VIA NORMALE

Il meteo fantastico di questo mese di agosto lascia ampio spazio anche per fare delle belle gite con Domi che a 4 mesi abbondanti dal parto si sta rimettendo piano piano in forma. Cominciamo con qualcosa di "soft" come una bella traversata del Furggen (da Plateau Rosà fino al bivacco Bossi), poi la ferrata sullo sperone di Vofréde e poi il bivacco Balestrieri....

SULLA CRESTA DEL FURGGEN.....

AL BIVACCO BALESTRIERI....

Poi per chiudere in bellezza le ferie di agosto, le propongo il Polluce, un bel 4000 da aggiungere alla sua collezione e lei ne è entusiasta....Ovviamente la baby sitter è disponibile per curarci i piccolini solo qualche ora durante il giorno e quindi il pernottamento in rifugio è assolutamente impensabile: rimane solo l'opzione di fare la gita in giornata da Plateau Rosà che non è esattamente una passeggiata di piacere se si vuole prendere l'ultima funivia per scendere a Cervinia la sera. Io sono un po' perplesso perchè non voglio tirarle troppo il collo, ma il suo entusiasmo e la sua determinazione mi convincono a fare un tentativo....Anche il meteo sembra dirci che dobbiamo fare in fretta: per il tardo pomeriggio sono previsti temporali!!

VERSO IL POLLUCE

Riusciamo a prendere la prima funivia delle 7.15 a Cervinia "sgomitando" un po' con i "professionisti" dello sci ma complice la celerità tipicamente valdostana, riusciamo a partire da Plateau Rosà solo alle 8.15....Io comincio a impostare un buon ritmo sperando che Domi riesca a reggerlo....Lei mi segue come un treno e superiamo un numero imprecisato di cordate dirette al più vicino Breithorn. Arrivati alla cresta di roccia togliamo i ramponi e le propongo di fare una pausa, ma niente da fare, vuole salire il più rapidamente possibile!! Superiamo quindi la crestina di roccia, rimettiamo i ramponi e arriviamo in punta quando l'orologio segna le 11:20.....poco più di 3 ore, non male per una duplice neomamma!!

IN PUNTA AL POLLUCE

CON LA MADONNINA AL TERMINE DELLA CRESTINA

In discesa superiamo una cordata di francesi partiti la mattina presto dal rifugio e pur prendendocela comoda arriviamo a Plateau in tempo per farci panino e birra prima di prendere la funivia e rientrare ad occuparci dei nostri pargoli!....Chapeau Domi, è bello poter conividere di nuovo la montagna con te!

venerdì 16 agosto 2013

GRANDES JORASSES - ARRETE DES HIRONDELLES

Dopo le Grandes Murailles a Gabriele restava ancora qualche giorno di vacanza e per di più con un meteo promettente....L'occasione giusta arriva quando Bac mi fa sapere cha salirà con il suo amico Lorenzo al bivacco Gervasutti per fare una via sulle Petites Jorasses il primo giorno e poi l'arrete des Hirondelles sulle Grandes Jorasses il secono giorno....Noi decidiamo di lazzaronare ancora un giorno e di raggiungere i nostri soci al Gervasutti il pomeriggio seguente per fare con loro l'arrete des Hirondelles. Nessuno di noi era mai stato sulle Jorasses e decidiamo di non farci scappare l'occasione...tanto più che in 4 la compagnia è sempre più animata cha in 2!

Partenza a mezzogiorno da Valtournenche e nel tardo pomeriggio arriviamo al bivacco Gervasutti dove troviamo Bac e Lorenzo di ritorno dalla Bonatti sulle Petites Jorasses, a detta loro una bella via che merita senz'altro la visita. Il bivacco Gervasutti è davvero un gioiellino, tutti i comfort con tanto di elettricità e connessione internet via satellite!

Merenda al bivacco Gervasutti

Tramonto sul bivacco Gervasutti (Foto by Enrico Turnaturi)


Prima di andare a nanna ci studiamo un po' l'itinerario di salita al colle des Hirondelles per la mattina seguente, percorso che si rivelerà poi abbastanza tortuoso e un po' da cercare per poter passare tra gli enormi crepacci del ghiacciaio....Comunque il giorno dopo in 3 orette arriviamo al colle, è l'alba e non ci resta che attaccare la cresta che con 700mt di dislivello ci porterà in cima alle mitiche Jorasses


Lorenzo scruta l'itinerario all'alba (Foto by Enrico Turnaturi)


La prima parte della cresta fino alla "bréche" è abbastanza semplice es si fa quasi tutta in conserva con qualche tiretto qua e là...

Gabri sulla cresta

Lorenzo in action (Foto by Enrico Turnaturi)


Dalla "bréche" si attacca poi la famosa fessura Rey e qui le difficoltà aumentano un pochetto: una bella fessura di 6b+ da fare con scarponi e zaino, per fortuna ben protetta da chiodi....Io provo a scalarla e alla fine nonostante tutto la libera riesce abbastanza agevolmente...

L'uscita della Fessura Rey

Sulla Cresta (Foto by Enrico Turnaturi)

Dopo la fessura Rey la ricerca dell'itinerario si rivela ben più ostica di quanto credevamo: lì sopra ci sono chidi, cordoni, corde fisse un po' dappertutto e la relazione non ci aiuta molto a capire dove si debba passare. Decidiamo di proseguire in direzione di alcune corde fisse ma ci ritroviamo in un vicolo cieco (capiremo dopo che ci trovavamo all'uscita del Linceul e quelle corde fisse servono appunto a scendere di lì una volta usciti dal Linceul), dobbiamo quindi ridiscendere e optare per un diedro abbastanza rotto che attraversa sulla sinistra del filo di cresta. Di qui per fortuna si passa e dopo qualche altro tiretto non proprio banale usciamo dalle difficoltà dove solo i pendii sommitali ci separano dalla cima che raggiungiamo verso metà pomeriggio, rendendoci di aver davvero perso tanto tempo a cercare la via.... comunque poco male, il tempo è bello e sulla normale di discesa c'è un bel traccione! L'ultimo brivido ce lo dà il traverso sotto i seracchi sommitali che facciamo di corsa nella speranza che uno di questi bestioni non decida di crollare proprio ora. Per fortuna nulla si muove, e da lì continuiamo la discesa infinita fino al Boccalatte e poi giù in Val Ferret, che raggiungiamo verso le dieci di sera. Pizza e birra  di rito a Courmayeur (se arrivate tardi come noi consiglio la pizzeria il tunnel che almeno fino alle 11 di sera una pizza ve la fa...) e poi via verso un buon letto per il meritato riposo!

mercoledì 14 agosto 2013

SALITA AL BIVACCO RATTI PER LO SPIGOLO SUD-EST DELLA PUNTA LLOY E TRAVERSATA DELLE GRANDES MURAILLES FINO ALLA BECCA DI GUIN

Saranno passati ormai più di una decina di anni dall'ultima volta che sono stato al bivacco Ratti sulle Grandes Murailles e quest'anno la voglia di tornarci era forte. L'occasione è arrivata quando Gabriele, sfruttando la sua settimana di ferie estive, decide di venirmi a fare visita in quel di Valtournenche. Per me è una bella occasione per ritornare lassù e per Gabri la possibilità di scoprire un posto davvero selvaggio e fare una bella salita ben "allenante". Ovviamente nessuno di noi due disdegna la progressione su "sfasciumi tipici della valle del Cervino" , altrimenti gli avrei proposto di andare a fare fessure sul granito del Bianco!

Partiamo quindi alle 6 di matina da Cervinia e ci incamminiamo verso il bello spigolo che ci darà accesso alla cresta delle Grandes Murailles 1.700mt più in alto...
La progressione non è mai troppo difficile e la roccia alla fine non è neanche poi così disastrosa!


Il passaggio sugli ultimi gendarmi presenta qualche difficoltà in più, che superiamo senza farci troppi scrupoli....

Verso le 2 del pomeriggio arriviamo quindi in cresta in vista del bivacco, che ragiungiamo in breve:



Il bivacco, dopo lo sfondamento della parete posteriore da parte di un sasso nel 2005, ci sembra in perfetto stato:


 In perfetto stato sì, solo che, guardando bene.....un "sassetto" piombato da chissà dove ha fatto una piccola breccia nel tetto!!



Fortunatamente in loco è presente diverso materiale per le riparazioni  e in qualche modo, grazie alla sua maestria, Gabriele riesce egregiamente a "mettere una pezza al buchino" e a riparare il tutto!


A questo punto, dopo la salita e un paio d'ore di lavoro penso che ci siamo ben meritati un po' di sano riposo a quota 3700mt!!


Alle prime luci del giorno seguente ripartiamo per un'attraversata bella aerea e mai banale in direzione della becca di Guin...



I vari sali e scendi necessari a superare le varie punte (punta Ester, punta Lloy, Jumeaux, e becca di Guin) ci impegnano per tutta la giornata e la neve presente ancora abbondante sul versante nord ci obbliga a mettere i ramponi per buona parte della traversata....alla fine comunque una bella e meritata birra all'apres-ski di Cervinia non ce la leva nessuno!!


Per chiunque volesse maggiori informazioni su questi luoghi selvaggi di cui davvero difficilmente si riesce a reperire documentazione e relazioni mi contatti pure che sarò ben lieto di offrire tutto l'aiuto possibile!

giovedì 1 agosto 2013

PILONE CENTRALE DEL FRENEY - VIA CLASSICA



Ne avevamo parlato durante l’ultimo modulo d’alta montagna con Lorenzo: il Pilone Centrale del Freney, questo mitico pilastro che si innalza maestoso al di sopra del plateau del Freney fino a toccare quota 4.500mt. Pilastro teatro di quella mitica tragedia di cui si è tanto parlato negli anni…. Senz’altro una salita che sa d’avventura ancora prima di partire.
Una volta individuato il periodo d’alta pressione che faceva al caso nostro, alla cordata si è aggiunto anche Alex, uno dei più giovani (e senz’altro anche più promettenti) del nostro corso aspiranti. La cordata da 3 ci permette di  dividerci il peso del materiale e quindi di muoverci più rapidamente. Il piano è quello di andare a dormire al Monzino, il primo giorno farsi una bella tirata fino alla base della chandelle con un bel bivacco a 4000mt abbondanti, per poi uscire in punta al Monte Bianco e rientrare a casa la sera del secondo giorno (Lorenzo il giorno dopo ha pure un matrimonio, i ritardi non sono ammessi….)
Si parte: saliamo al Monzino abbastanza tardi ma la signora del rifugio ci accorda lo stesso una super cena. Il giorno dopo partenza alle 2.30, alle prime luci dell’alba arriviamo ai bivacchi Eccles e i ricordi volano all'anno scorso quando avevo pernottato qui con il Trinca per poi fare l'Innominata....

 Scegliamo di salire fino alla punta Eccles e con una doppia siamo al colle Eccles, la porta per il bacino del Freney da dove si vede il Pilone innalzarsi maestoso!!
Ancora una doppia e un traverso poco simpatico per l'esposizione alle scariche delle pareti soprastanti e arriviamo all'attacco del Pilone in tarda mattinata.La vista sulla cresta di Peuterey è a dir poco mozzafiato...

Arrivato fin qui sono abbastanza tranquillo per il fatto che la parte potenzilmente più pericolosa della salita è passata senza problemi, ora resta solo la parte più tecnica...La parte bassa passa bene in conserva veloce ma poi bisogna cominciare a fare tiri e visto che le scarpette sono nello zaino, perchè non approfittarne?


La linea è abbastanza evidente da seguire e verso metà pomeriggio siamo già all'attacco della chandelle, o meglio si suppone che qui da qualche parte ci sia l'attacco della chandelle, anche se in realtà non abbiamo capito esattamente dove fosse l'attacco "ufficiale" in quanto sul filo dello spigolo si susseguono risalti più o meno facili da superare, in più come descrizione della via siamo dotati di uno di quegli schizzi del Bassanini che sono a dir poco incomprensibili (ricordo una volta aver passato un paio d'ore a scrutare la parete sud dell'Aiguille du Midi con in mano uno di questo schizzi cercando di capire dove potesse passare la via rappresentata e aver gettato la spugna senza averci capito assolutamente nulla....). Comunque, per dovere di cronaca aggiungo che tutti i tiri sono gradati V+ ma alcuni passaggi io li definirei come minimo V+ "estremo"!


Imperterriti continuiamo a salire. Alex si tira i primi 4 tiri poi tocca a me passare davanti e continuo almeno per 6/7 tiri nella speranza di arrivare al posto di bivacco. Sono ormai le 5 del pomeriggio e vediamo appena sopra di noi la parte finale della chandelle. Decidiamo di proseguire fino alla base di questo pilastro finale, dove ci sono i 3 tiri più duri della via, gradati 7a+ che vengono superati con l'aiuto dell'artif su chiodi in loco. Lì sotto dovrebbe esserci una cengia con abbastanza spazio per 3 persone. Alex riparte da primo per portarci a destinazione ma arrivati alla base del pilastro ci attende una bella sorpresa: impegnati sui tiri d'artif ci sono 3 tedeschi (o svizzeri??) partiti dal Monzino due giorni pima, il che mi fa pensare non si tratti esattamente di una cordata da speed record....

Ma il bello deve ancora venire, perchè una volta raggiunti i 3 mitici tedeschi, questi ci dicono aver intenzione di piazzare semplicemete le corde fisse su questi 3 tiri e di bivaccare sulla stessa cengia dove ci trovavamo noi: ci guardiamo i piedi e in breve ci rendiamo conto che in 6 lì non ci staremo mai, fantastico! Chi l'avrebbe mai detto che avremmo trovata occupata una cengia da bivacco a 4.300mt??...Comunque non ci scoraggiamo e cerchiamo possibili alternative: alla fine decidiamo di restare su un'altra cengetta davvero piccola e molto sconnessa poco distante dalla precedente, dove passeremo una notte scomodissima, rimpiangendo di non esserci fermati qualche tiro prima....Io comunque riesco con giochi degni di Udinì a far sciogliere un po' di neve e preparare una zuppa che ci scalda un po' lo stomaco prima che cali la notte. Ricordo ancora Lorenzo "mummia style" nel suo sacco a pelo:


Il giorno dopo ci svegliamo tutti indolenziti ma appena il sole arriva ascaldarci un po' ripartiamo alla volta della vetta! Anche Alex, dopo i dolori della notte riprende a cantare: è buon segno! Lorenzo resuscita dal suo sacco-mummia e parte da primo sui successivi tiri che si rivelano sì duri, ma ben imbottiti di chiodi e quindi basta tirare quelli per venirne a capo....


L'ultimo dei 3 tiri d'artif si rivela ben strapimbante e con un'uscita sotto un camino/tetto dove difficilmente passeremmo con i nostri zaini non esattamente piccolissimi: per fortuna mi sono portato dietro il fedele cordino da 50mt che ci permette di issare i sacchi nel vuoto e fare il tiro ben alleggeriti. Per dovere di cronaca bisogna dire che Alex si è sparato questi 3 tiri con gli scarponi, cosa che probabilmente non ha fatto nessuno negli ultimo trent'anni, e cioè da quando sono state inventate le scarpette! Alla fine usciamo dai tiri duri raggiungendo i 3 tedeschi che per risalire le loro fisse hanno impiegato lo stesso tempo da noi utilizzato a scalare i tiri: a riprova che i miei dubbi che non si trattasse di una cordata "fast and light" erano fondati....

Una volta uscitida questa sezione difficile, ancora un paio di tiri decisamente più semplici ci portano in cima alla chandelle: che sollievo! Da lì, una corta doppia fino alla breche e poi del misto non troppo "incazzato" per raggiungere la cresta del Brouillad che un'oretta dopo ci depositetrà in cima al bianco!!!


La lunga discesa fino al Gouter e poi giù fino al trenino è pura routine e gran fatica soprattutto per le nostre ginocchia, ma l'idea di una doccia e di un letto dove dormire è troppo allettante per fermarsi prima. In più Lorenzo ha il suo matrimonio l'indomani!! Arrivati a Chamonix Alex riesce a far colpo su una signora italiana che ci dà un passaggio fino in Italia e ci porta addirittura a recuperare la mia macchina lasciata in Val Veny (avevamo lasciato quella di Lorenzo a Courmayeur per poterla usare per andare a recuperare la mia ma lui ha furbamente lasciato le chiavi della sua macchina nella mia.....)... Il marito della signora in un momento di follia ci ha quasi invitato a cena ma abbiamo preferito rifiutare, non sapendo se parlasse sul serio o meno....Sono ormai le 11 di sera quando ripartiamo da Cormayeur. Io dovevo solo raggiungere la mia famiglia a Valtournenche e il viaggio che avrebbe dovuto durare un'oretta è durato almeno il doppio causa pause siesta lungo il tragitto! Gran sfacchinata ma anche grande soddisfazione per un vero e proprio viaggio attraveso il Monte Bianco su una via che secondo me presenta un'arrampicata sempre bella su roccia ottima che davvero merita a differenza da quanto si legge su diversi report dei vari ripetitori.