mercoledì 20 maggio 2015

IL DURO LAVORO DELLA GUIDA....

Ormai qualche anno fa un saggio mi aveva detto che un conto è essere un buon alpinista e un'altra cosa è essere una buona guida. Io all'epoca penso di non aver colto pienamente il significato di quelle parole, cosa che forse ora sto lentamente realizzando.
Al di là dei soliti luoghi comuni del tipo: "quando sei in giro col socio ognuno si preoccupa di sé stesso e invece quando sei in giro con un cliente devi assicurarlo e garantirne la sicurezza....", che sono frasi che si sentono spesso ma che alla fine riassumono solo la parte più ovvia di tutta la faccenda, la punte dell'iceberg di una questione ben più complessa. Sì, perché garantire la sicurezza del cliente è l'ABC del mestiere di guida, è quella cosa che non puoi permetterti di fare male o di lasciare al caso, è quello che DEVI saper fare; poi arriva tutto il resto e più fai bene il resto più sei una brava guida e più sarai apprezzato. Secondo me ci sono le guide brave e tutto il resto lo fanno molto bene, poi ci sono quelli meno bravi che il resto lo fanno meno bene e così via, fino ad arrivare a quelli pessimi, che potete immaginare come facciano questo resto.....un po' come in tutti i mestieri e le professioni che si rispettino.  Una parte di questo resto è la pianificazione degli itinerari e dei programmi in base al livello e alle aspettative dei partecipanti: chi si affida ad un professionista vuole vivere un'esperienza che lo arricchisca ma che allo stesso tempo non lo sconvolga e per questo bisogna saper proporre e consigliare gli itinerari giusti alle giuste persone. Un'altra parte di questo resto è la capacità di comunicare e di rapportarsi con chi si accompagna e a chi si insegna perché la guida alpina è anche un maestro di alpinismo: si suppone che pagando una guida, al di là di tornare a casa tutto intero, questo "maestro" ci insegni qualcosa, o perlomeno ci lasci qualcosa che ci faccia in qualche modo cambiare il nostro modo di affrontare la montagna e di rapportarci ad essa.....sembra facile a dirsi ma a farsi vi assicuro che tutto ciò richiede dedizione e impegno continui. L'altra parte di questo resto è quella di marketing e cioè la ricerca di un pubblico interessato alle attività proposte, riuscendo  far capire che dietro al costo di un'attività c'è una reale prestazione e un reale valore aggiunto che va ben al di là del semplice "garantisco la tua sicurezza": perché alla fine puoi anche essere un bravissimo professionista ma senza clienti (che ti pagano il giusto) comunque muori di fame.
Una volta che poi uno comincia a far combaciare tutti i pezzi del puzzle bisogna fare poi i conti anche con certe "resistenze accessorie". Per resistenze intendo certe abitudini e credenze socio/culturali che non possono essere combattute se non con una lunga e paziente campagna di educazione e informazione. Faccio un esempio: troppo spesso mi è stata posta la domanda "che differenza c'è tra un istruttore CAI e una Guida Alpina?" che è un po' come se la gente in un ospedale chiedesse "che differenza c'è tra un infermiere e un medico?"...per carità, sia medici che infermieri sono indispensabili e complementari ma in genere chiunque sa benissimo quali richieste devono essere rivolte ad un infermiere e quali ad un medico, essendo più o meno chiara qual è la differenza a livello di preparazione e specializzazione di uno e dell'altro. Purtroppo però certe differenze non sono chiare per il mestiere di Guida Alpina: si pensa spesso erroneamente che la Guida Alpina offra le stesse prestazione del CAI ma a prezzi esorbitanti e ovviamente la cosa è frutto della mancanza di informazione e cultura su cosa realmente sia una Guida Alpina e quale sia il percorso che un individuo deve fare per potersi incollare quella patacca sulla giacca. Il CAI è un'organizzazione fantastica ed ha delle funzioni fondamentali: la cultura dell'amore per la montagna nasce da questa organizzazione e bisogna andarne fieri, però è sbagliato mettere CAI e Guide Alpine in concorrenza: i servizi offerti da queste due figure sono totalmente differenti e si rivolgono a dei bisogni totalmente differenti. La concorrenza che purtroppo si è formata tra i due è semplicemente ridicola (ripeto, è come se un medico si sentisse in concorrenza con l'infermiere di reparto...). I motivi che hanno portato a tutta questa confusione sono forse molti e in parte senz'altro da attribuire alle Guide Alpine stesse che hanno mal comunicato le proprie competenze e capacità, però fatto sta che tante volte ci si ritrova a combattere contro i mulini a vento, un po' come il buon Don Quijote dela Mancha....Ora, lungi da me fare polemiche o alimentare la diatriba CAI-Guide Alpine, volevo solo fare un esempio e spero sia chiaro che dal mio punto di vista le polemiche e le diatribe non dovrebbero esistere: sono solo frutto di ignoranza, cattive abitudini e modus operandi sbagliato. Spesso si passa troppo tempo a discutere e a parlare dei problemi quando in realtà bisognerebbe solo rimboccarsi le maniche: e in primis sono appunto le guide che devono lavorare nel modo giusto per dimostrare il valore della propria competenza, poi tutto il resto arriverà.

A parte tutte queste riflessioni che vogliono solo sottolineare il fatto che oggi una guida alpina non è un montanaro che aspetta il pollo da spennare ma un professionista vero con una serie di problematiche che poco si discostano da quelle delle altre professioni. Oggi posso affermare che grazie alla collaborazione con Matteo, in questi mesi ho potuto cominciare ad aprire questa scatola di pandora del mestiere di guida alpina e spero di poter continuare ad esplorarla e soprattutto a viverne gli aspetti migliori che sono sicuramente dati dalla riconoscenza e dalla gioia delle persone che accompagniamo nelle piccole e grandi avventure che solo la montagna sa offrire.
 

Su ghiaccio - qui il famoso Matrix sull'altrettanto famoso ghiaccio di Kandersteg
 
 Bisogna dare tutto divertendosi - qui Gigi su una delle sue prime calate in corda doppia


Arianne e Guido sul bel granito della Val di Mello

L'ufficio di una Guida Alpine a volte è davvero impagabile - qui Luigi e Guada al Monte Bianco
Le vette sono sempre un'emozione e un ricordo indelebile - qui il sottoscritto con Luigi e Olivier in cima al Gran Paradiso durante uno stupendo raid di scialpinismo durato 5 giorni

Realizzare il proprio sogno non ha prezzo - Alessandra in vetta al disgrazia