Finalmente trovo un po’ di tempo
per scrivere un piccolo resoconto del nostro ultimo viaggio in Marocco che
ormai risale alla notte dei tempi (in realtà si tratta solo dell’autunno dell’anno scorso, ma il tempo passa talmente veloce....).
La destination scelta per la
nostra trasferta prettamente arrampicatoria è Taghia: un bellissimo villaggio
arroccato in una valle unica e circondato da pareti mozzafiato sulle quali sono
stati aperti numerosissimi itinerari d’arrampicata sia sportiva che “trad”, che
ne fanno una vera propria babilonia per gli amanti delle vie multipitch. Il
viaggio a Taghia va però al di là dell’arrampicata: per noi occidentali è un
vero e proprio viaggio al di fuori del nostro mondo, in un luogo dove il tempo
sembra essersi fermato. A Taghia il telefonino non prende, internet non
funziona quasi mai e la strada più vicina è a due ore di marcia: tutti
ingredienti che difficilmente riusciremmo a condensare in un luogo prettamente
“occidentale”!
Io e Lorenz cominciamo il nostro
viaggio per Taghia dall’aeroporto di Malpensa: volo Milano-Marrakech. A
Marrakech ci restiamo poco, giusto il tempo di prendere il taxi prenotato che
ci porterà fino nel cuore dell’Atlas marocchino, in un villaggio chiamato
Zaouia Ahanesal dove la strada finisce (sono circa 250 Km da Marrakech e 5 ore
di macchina). Qui un mulo ci aspetta per caricare i nostri bagagli: con altre
due ore di marcia arriviamo finalmente a Taghia. La lunga giornata di viaggio
ci permette di attraversare una regione che sembra essersi fermata al medioevo
e dove la semplicità e la gentilezza della gente sono disarmanti. Le paure
iniziali per degli incontri con dei potenziali terroristi islamici svaniscono
quasi istantaneamente e ci troviamo proiettati in questa nuova realtà. Sulla
strada ci fermiamo a mangiare in un ristorante, e, insieme all’immancabile
Tagine, ci lanciamo nella degustazione di un’insalata di pomodori, nonostante
le raccomandazioni delle nostre mogli di stare lontani da frutta e verdura non
cotta: fortunatamente non avremo conseguenze e nessuno di noi avrà problemi di
dissenteria!
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In viaggio da Marrakech a Zaouiat Ahanesal |
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Scene di vita ordinaria in Marocco.... |
A Taghia arriviamo bagnati da una
pioggia fina che ci accompagna lungo tutto il cammino (sarà l’unica pioggia che
vedremo durante tutti i dieci giorni di permanenza) ed è ormai sera quando varchiamo
la porta del “gite” di Said Messaoudi che ci accoglie con il suo proverbiale
“bonsoir”. Ci basta poi poco per riconoscere il buon Bac seduto sul divanetto
intento a scorrere le foto scattate durante la giornata passata: lui e il
mitico “no-work team” sono arrivati un paio di giorni prima di noi e hanno già potuto
assaporare il calcare abrasivo di Taghia.
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Il nostro fido mulo (ph.: Enrico Turnaturi) |
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In cammino verso Taghia (ph: Enrico Turnaturi) |
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Arrivo a Taghia: le pareti sullo sfondo promettono bene! (ph: Enrico Turnaturi) |
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Il gite di Said |
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Materiale un po' ovunque nel nostro accogliente gite! |
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La nostra stanza! |
Noi cominciamo così la nostra
permanenza qui, durante la quale scaleremo per 9 giorni senza interruzione,
totalizzando circa 3˙500
mt di dislivello verticale spalmati su un totale di 93 tiri (alla fine avremo
bisogno di una vacanza per riprenderci!!). Nonostante le giornate passate a
scalare abbiamo avuto il tempo di passeggiare per le strade di Taghia e entrare
in contatto con i locals, gente umile e incredibilmente accogliente. Dopo pochi
giorni dal nostro arrivo, il gite de Said ha ricevuto anche due ospiti
d’eccezione: Arnaud Petit e Stephanie Bodet in persona hanno condiviso con noi
qualche giorno al gite e si sono rivelati davvero simpatici, alla mano e una vera e propria miniera di informazioni ovviamente sulle vie di arrampicata ma anche su storia, usi e costumi del luogo. Loro
sono dei veri locals di Taghia, dato che sono stati fra i primi a scoprire
questa perla dell’atlas marocchino e hanno aperto diversi itinerari di gran
classe qui. I Petit ci raccontano un po’ la storia del luogo e come il
villaggio si sia sviluppato dopo l’arrivo del turismo dei climbers: per un paese
occidentale questi turisti non significherebbero nulla, ma per un villaggio
come Taghia sono una risorsa enorme e hanno permesso al villaggio di
svilupparsi molto più di altri villaggi vicini, dove la gente ha delle
condizioni di vita molto più povere. Ovviamente il turismo porta anche dei
problemi che Taghia dovrà affrontare, come lo smaltimento dei rifiuti (plastica
in particolare) e la pulizia delle acque del fiume che attraversa il villaggio.
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Trasporto coi muli di Taghia |
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Vita ancora come una volta... |
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Selezione del grano... |
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Tipica abitazione di Taghia (ph: Enrico Turnaturi) |
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Colloquio tra due big nel gite di Said: Arnaud Petit e il Macca (alias Daniele Macagno) (ph: Enrico Turnaturi) |
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La parete nord del Tagoujint N'Tsouiannt, dove i Petit hanno aperto la mitica Babel, vista da Taghia (ph: Enrico Turnaturi) |
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Tipiche scene di arrampicata a Taghia. Climber: Il Macca (alias Daniele Macagno) - Foto: Erico Turnaturi |
Qui di seguito descriverò le vie
salita durante la nostra permanenza, che sono solo una piccolissima parte di
quanto si possa scalare sulle bellissime pareti di Taghia!
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Mappa d'accesso a Taghia e alle varie pareti |
GIORNO 1:
Il primo giorno per “scaldarci”
ci lanciamo su “Les rivieres Purpres”, una via capolavoro firmata Petit-Piola
che da sola varrebbe il viaggio fin qui. Il fatto che la via strapiombi molto
ci permette di rimanere protetti in caso di pioggia, visto che il meteo è
ancora incerto. Siamo in 3, Bac si unisce a noi per un team ormai collaudato:
divertimento assicurato!! Saliamo tutta la via a vista tranne l’ultimo tiro di
7b+ dove i miei bicipiti non sono riusciti ad avere la meglio sulla gravità: da
menzione speciale la performance del buon Bac che riesce a passare anche su
questo tiro (soffiando un po’ ma glielo si può concedere!!)
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Schizzo di "Les Rivieres Purpres" |
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Verso l'attacco della via: passaggi in canyon angusti! |
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Io e Lorenz alla base della parete (ph Enrico Turnaturi) |
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Su "Les Rivieres Purpres" (ph. Enrico Turnaturi) |
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Calcare rossastro di gran qualità! (ph. Enrico Turnaturi) |
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Partenza del nono tiro: un bellissimo 7a+ tutto da guadagnare! (ph: Enrico Turnaturi) |
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Selfie di vetta dopo "Les Rivieres Purpres"(ph: Enrico Turnaturi) |
GIORNO 2:
Il secondo giorno io e Lorenz
decidiamo di cambiare genere e soprattutto di tirare un po’ il fiato: dopo gli
spit del primo giorno abbiamo voglia di spolverare un po’ anche i friend e ci
avviamo alla volta dell’imponente Tagoujimt N’Tsouiannt per salire la bella
linea trad di Al Andaluz. Questa via, che si sviluppa principalmente su un
bellissimo diedro rosso visibile anche dal villaggio di Taghia, nonostante i
gradi più moderati rispetto al giorno precedente, resta comunque di grande
soddisfazione e impegno, sia per lo stile trad che per l’ottima qualità della
roccia.
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Schizzo di "Al-Andaluz" |
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Sul bel diedro rosso di "Al Andaluz" |
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Ritorno al villaggio di Taghia nel tardo pomeriggio |
GIORNI 3 & 4:
Per il terzo giorno decidiamo di
ingaggiarci su un vione trad che avevamo individuato da tempo: “Le Rouge
Bèrbere”. La guida nella descrizione recita testualmente: “itinerario
eccezionale, 500 metri di fessure vanno per forza visitati!”… e così partiamo
alla luce delle frontali alla volta della parete ovest del
Tadrarate, carichi di friend di tutte le misure (per fortune che abbiamo preso
anche gli extra-large!!). Condividiamo il suggestivo ma non brevissimo (un paio
d’ore) avvicinamento con Bac, Pongi e il
Macca che andranno però a fare l’Axe du Mal, un’altra via capolavoro di
Petit-Piola che si trova sulla stessa parete. Dopo aver attraversato alla luce
delle frontali la suggestiva passerella dell’Oujdad e risalito il lungo canyon, ci troviamo al cospetto dell’imponente parete ovest del Tadrarate; qui
salutiamo Bac e company che partono decisi sull’Axe du Mal mentre noi ci
incamminiamo verso l’evidente linea di camini e fessure di Rouge Bèrbere. Sui
primi tiri ci troviamo subito a ravanare tra vegetazione e roccia marcia: al
secondo tiro perdo un sacco di tempo alla ricerca dell’itinerario provando prima
per un camino infestato di vegetazione e poi salendo per un pilastrino marcio
che si rivelerà la scelta giusta….non proprio un buon inizio!! Finalmente poi
la vegetazione cede il posto ad una roccia un po’ più sana e saliamo qualche
bel tiro di 6a/6b tutti da proteggere….arriviamo ad una cengia e ci si ripresentano ancora un paio
di tiri di ravano tra arbusti e erbacce: già ci pentiamo di non aver seguito
gli altri sull’Axe du Mal!! Finita la cengia finalmente la parete ridiventa
compatta e Lorenz parte su una bellissima fessura ad incastro di mano (6c+) che porta
alla base del tetto del tiro chiave. Qui parto io: tiro di 7b offwidth dove
riesco a passare solo spostando progressivamente verso l’alto i 3 camalot del 4
e del 5 che avevamo con noi!! Arrivo in sosta abbastanza provato nella speranza
che il peggio sia passato: e invece niente da fare, nei tiri seguenti si
susseguono una serie lunghissima di passaggi off-width più o meno difficili e
più o meno psycho che ci impegnano a fondo facendoci perdere molto tempo….alla
fine usciamo ragliando dall’ultimo tiro duro di 6c+ che ormai sta facendo buio.
Ci troviamo su un bel terrazzino dove possiamo fare una bella nicchia, da qui
in due tiri abbastanza facili potremmo uscire sul plateau sommitale ma sentiamo
che su tira un vento molto forte e sappiamo bene che non conoscendo la via del
rientro attraverso il Plateau potremmo vagare a vuoto tutta la notte, quindi la
decisione è presto presa: abbiamo i piumini, acqua e cibo a sufficienza e quindi decidiamo di sfruttare questa
nicchia per un bel bivacco sotto le stelle di Taghia!! Manco a farlo apposta
Bac e company (che erano usciti dalla loro via nel pomeriggio ed erano già
rientrati a Taghia), dopo una copiosa cena decidono di venirci incontro: noi
vediamo le loro frontali illuminare attraverso il Plateau e a urla riusciamo ad
intenderci nonostante il vento. Gli diciamo che noi stiamo bene ma a questo
punto preferiamo comunque aspettare qualche ora e fare gli ultimi tiri con la
luce: ci spiace per loro, si sono fatti una bella scarpinata a vuoto ma
purtroppo quando il cellulare è inesistente, diventa difficile dare notizie di
qualsiasi genere! Il giorno dopo completiamo la via al tepore del sole e
usciamo sul Plateau sommitale in una giornata splendida con una luce africana
surreale. Rientriamo poi con calma al gite di Said dove passeremo il pomeriggio
a rifocillarci (dopo due giorni di barrette….) e a riposarci.
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Al cospetto della parete: Le Rouge Berbère è l'evidente linea di camini e fessure sulla destra |
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Schizzo di "Le Rouge Bèrbere" |
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Il canyon di accesso alla parete |
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Primi tiri stile jungle non proprio entusiasmanti |
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Finalmente si comincia a scalare sulla roccia! |
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La fessura di 6c+ prima del tiro chiave nel tetto |
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Bivacco! |
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Uscita sul plateau sommitale |
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Paesaggi e luce surreali |
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Panorami... |
GIORNO 5:
Il quinto giorno per riprenderci
un po’ dal freddo bivacco sul Tadrarate decidiamo di fare una bella via sulla
parete più vicina al villaggio, quella che i locals chiamano anche “paroi des
sources”, per la vicinanza con le sorgenti d’acqua che alimentano il torrente
che attraversa il villaggio.
Decidiamo comunque di non “trastullarci”
proprio del tutto e su consiglio del Macca andiamo a bruciare un po’ di pelle
sulla bellissima “Zebda”. Lorenz quasi passa a vista sul primo tiro, un 7b+
veramente duro, poi saliamo in alternata a vista tutti i tiri successivi:
davvero un piacere tornare a scalare sugli spit dopo le ragliate nei camini
off-widths dei due giorni precedenti!!
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Schizzo di "Zebda" |
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Lorenz in versione "berbère" |
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Calcare dell'altro mondo! |
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Giochi di luce surreali |
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La valle di Taghia vista dalla "paroi des sources" |
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Tranquillità al gite di Said aspettando la cena |
GIORNO 6:
Per il nostro sesto giorno a
Taghia decidiamo di non trastullarci e ci lanciamo su un altro vione: l’Axe du
Mal. Si tratta di un’altra via capolavoro della coppia Petit-Piola ed è davvero
un must da non perdere. La via si svolge tutta su placche verticali o
leggermente strapiombanti e a rispetto a “Les Rivieres Purpres” è meno fisica
ma richiede buona tecnica di piedi e il calcare abrasivo si fa sentire
soprattutto si polpastrelli delle dita. Per questa via si unisce a noi anche Paolino
(alias Paolo Pernigotti, anche lui membro fondatore del No Work Team), che ci
allieterà la giornata con le sue uscite goliardiche di altissimo livello!
Partenza sempre presto la mattina e avvicinamento suggestivo attraverso la passerella dell'Oujdad come per le “Rouge
Berbère”, solo che questa volta speriamo rientrare la sera per il Tagine di
Said! Troviamo in fretta l’attacco e Paolino parte bello deciso sui primi tiri
della via. Poi tocca a Lorenz andare avanti e passa a vista anche il bel tetto
di 7b. A me resta il finale della via: i tiri di 7c e 7c+ richiedono un po’ di
studio per poter essere saliti puliti ma si rivelano davvero di gran classe.
Poi sugli ultimi tiri della via il sole africano comincia a scaldare davvero
molto e sulle placche di calcare abrasivo sia mani che piedi soffrono in modo
inverosimile: comunque per metà pomeriggio usciamo sul plateau sommitale con
grande soddisfazione per la bellissima via salita e soprattutto con la ella
prospettiva di rientrare da Said per cena!
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Schizzo de l' "Axe du Mal" |
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Il suggestivo passaggio della passerella dell'Oujdad alla luce delle frontali |
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Paolino sui primi tiri |
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Lorenz nella parte centrale della via |
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Paolino in traverso con sullo sfondo la linea di "Rouge Berbère" e i ricordi del nostro bivacco |
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Lorenz impegnato sul bellissimo 7c di placca |
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Lorenz e Paolino nella parte alta finale della via |
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Paolino in "spalmo" |
GIORNO 7:
Dopo l’Axe du Mal io e Lorenz
sentiamo che la pelle delle nostre dita è messa davvero male, probabilmente la
cosa migliore sarebbe prendere un giorno di riposo pe bighellonare un po’ nella
valle (come fanno tutti del resto). Nonostante tutto però, anche volendo, non
ci riusciamo proprio a riposare con tutta quella roccia intorno, e quindi ci
incamminiamo verso la parete ovest del Taujdad dove ci sono un paio di viette
molto belle (così ci dicono i nostri soci che ci sono già stati) e non troppo
sostenute: l’ideale per tirare un po’ il fiato!
Le vie si chiamano “Au nom de la
réforme” e “A boire ou je tue le chien” e si riveleranno davvero molto belle.
Anche se la stanchezza del giorno precedente si fa sentire non molliamo e concateniamo
le due vie prima di rientrare da Said per il proverbiale thè e il tagine della
sera.
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Schizzo di "Au nom de la réforme" e di "A boire ou je tue le chien" |
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Alè che di pelle ne abbiamo ancora!! |
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Luci pomeridiane rientrando a Taghia (Ph.: Enrico Turnaturi) |
GIORNO 8:
All’ottavo giorno decidiamo di
andare a percorrere uno degli itinerari più famosi di Taghia: la famosa Baraka.
Si tratta di una via di una via di quasi 700mt che si svolge tutta su roccia
ottima e che conduce in cima all’Oujdad, montagna simbolo della valle. La via
presente 4 tiri iniziali impegnativi ma poi diventa molto più facile e quindi
permette di “correre” e di coprire il suo grn sviluppo in tempi relativamente
brevi. La discesa dall’Oujdad poi presenta un po’ di ricerca dell’itinerario,
facilitata comunque dai molti ometti presenti. Il rientro a Taghia avviene poi
per il solito canale che ormai abbiamo percorso quasi tutti i giorni e a tutte
le ore del giorno: ormai ci sembra di conoscerne i singoli sassi!
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Schizzo di "Baraka" |
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Primi tiri |
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L'imponente Tagoujimt n'Tsouiant visto da Baraka |
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Lorenz sul tiro di 7b |
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Al ritorno dalle vie il thè è sempre servito da Said!! |
GIORNI 9 e 10:
Durante gli ultimi due giorni
sfruttiamo le ultime energie e gli ultimi brandelli di pelle per concludere il
nostro tour de force su due vie non troppo lunghe in modo da aver il tempo per
visitare un po’ il villaggio e discutere un po’ con i suoi abitanti.
Il nono giorno andiamo quindi a
fare “Soupirs Berbères”, una bellissimo via molto simile a “Zebda” sulla vicina
“paroi des sources”. Il decimo giorno invece ci spostiamo sulla parete nord del
Tagoujimt n’Tsouiant per fare “Là-bas”, una via che forse non è bella al pari
di tutte le altre percorse durante il nostro viaggio ma che ci permette
comunque di vedere una nuova parete e conoscerne l’ambiente selvaggio.
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Schizzo di "soupirs Berbères" |
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Schizzo di "Là-bas" |
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Su "Soupirs Berbères" |
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Tra roccia e cielo su "Soupirs Berbères" |
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Primi tiri di "Là-bas" |
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Vista sull'Oujdad |
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Su "Là-bas" |
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Su "Là-bas" |
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Ultimo scorcio sulla valle di Taghia |
EPILOGO:
L’ultimo giorno della nostra
permanenza in Marocco lo sfruttiamo per il viaggio di rientro. Partiamo la
mattina presto da Taghia accompagnati dallo stesso mulo che ci aveva portati
qui dieci giorni prima.
Arriviamo a Zaouia Ahanesal dove il padre di Youssef ci
offre l’ultimo thè prima di risalire sul taxi che ci riporterà a Marrakech.
Sfruttiamo quest’ultima sera del viaggio per visitare la capitale marocchina e
i suoi eccessi di colori e suoni: però già rimpiangiamo la calma e la
solitudine di Taghia!
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Si ritorna alla civiltà! |
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Pausa dissetante per il nostro mulo sulla via del ritorno |
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Il nostro fidato "muletier"! |
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Marrakech by night |
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Marrakech by night |
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Marrakech by night (Ph.: Enrico Turnaturi) |
INFORMAZIONI PRATICHE:
Per il viaggio a Taghia consiglio di atterrare a Marrakech, dove arrivano diversi voli low cost da tutta Europa.
A Taghia di fatto ci sono 2 "gite" ufficiali: quello di Said e quello di Youssef. Vi consiglio di contattarne uno dei due e lasciare organizzare a loro il trasporto da Marrakech a Taghia (evitate di fare come me che ho mandato due mail a due persone diverse e il risultato dell'equivoco è stato quello di ritrovarci con due taxi che ci aspettavano all'aeroporto!!). Loro parlano un francese a volte difficile da capire al telefono quindi vi consiglio di scrivere per e-mail (possibilmente in francese). Per l'alloggio considerate circa 12€ al giorno (trattamento mezza pensione, colazione e cena incluse) mentre per il viaggio Marrakech-Taghia il taxi costa 250€ (andate e ritorno), da dividere a seconda di quanti sarete in macchina.
Per la guida delle vie d'arrampicata della valle al momento c'è quella di Christian Ravier "Taghia Montagnes Berberes" che potete acquistare scrivendo una mail direttamente all'autore (cravier@club-internet.fr), oppure la potete acquistare anche direttamente a Taghia, da Said. Sulla guida però non aspettatevi di trovare tutte le vie di Taghia perché sulle varie pareti c'è talmente tanto spazio che nuove vie vengono aperte di continuo!!
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Foto di gruppo da antologia: No Work Team al completo insieme ai Petit! (ph.: Enrico Turnaturi) |
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Tramonto a Taghia (ph.:Enrico Turnaturi) |
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Arrampicata di gran classe - climber: Pongi - Foto: Enrico Turnaturi |
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Il Marocco e i sui mille volti (ph.: Enrico Turnaturi) |
I'm Omar Rezki from taghia zaouiat ahansal i wish that you added my Email in your web site if it is possible . i have a guesthouses in taghia and i need that you help me for working i think if you added my Email in your web sit that will help me for working so that is my information if you are accepted my proposition
RispondiEliminaEmail : gite.climbing@gmail.com
Gsm : 00212617471659
douar taghia zaouiat ahansal azill maroc
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RispondiEliminaTAGHIA: CLIMBING AND HIKING.
RispondiEliminaTaghia is a beautiful place known worldwide by the art of climbing. Located in the Moroccan High Atlas, province of Azilal. It is encircled by colossal and majestic mountains whose height varies between 400 and 800 m. In a way it is a fabulous and paradisiac space to take full advantage of climbing activity in limestone rock of good quality. The multiplicity of its tracks in different rating offers to the lovers of the climb the possibility of access to all the ways, among other easy and difficult ways for beginners and experts. Taghia is also the main point to discover the Moroccan High Atlas as: the Ait Bougumez valley, the summit of M'goun, Imilchil, the Cathedral, Anergy also the gorges of Dades and Todra. To get there do not hesitate to contact Rezki Mohamed native of the place, it can take care of your trip from Marrakech to Taghia and from Taghia to Marrakeche (hotel in Marrakech, transport, mules, lodging, Mountain hiking ). With reasonable prices. CONTACT : mohamedrezke5@gmail.com : phone number is 00212632382762. Always works thanks to the Meditel network.
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